Ex voto marinaro (acquarello dedicato alla Madonna del Duomo di Ancona, raffigurata in alto a sinistra tra le nubi, sovrastante un cartiglio con il classico motto: "PER GRAZIA RECEVTA".

 

Vi è rappresentato il promontorio ed il Porto di Ancona con trabaccoli in mare battenti bandiera inglese e francese e lance cannoniere (in basso a sinistra) che sparano bordate contro il bastimento al centro in primo piano.
In calce la descrizione dell'avventuroso episodio per il quale si deve la miracolosa intercessione.


 

"Adi 3 Marzo,1813.

 

Il Co(rsaro Ingl)ese Nominato La Regina Carlotta Predò nel Porto di Primentore il Trabaccolo Nominato il Leggiero Comandato dal Cap.o Andrea Spongia...più - Trabaccolo Lusignano carico di Legnia.

 

Le due Prede furono condotte dal Medesimo Corsaro, nel Porto di Premuta(?).
Lo 5 detto, il Cap.o Andrea Spongia, unito con Suo Padre Antonio e Bernardo di Lui Fratelli, risolvette di Abordare il Corsaro e riprendere il Suo Trabaccolo come Li Pescasci, Coragiosamente di sortire dal Porto e Felicemente partirono e venero nel Porto di Ancona Vittorioso  Egidio Filati, Fece in Ancona 1813"

L'ex voto fà parte di una interessantissima raccolta  proveniente dalla Chiesa della Beata Vergine delle Grazie di Rovigno (Istria) località d'origine della famiglia Spongia, i cui membri sono citati nel testo che descrive l'immagine devozionale.
Il Dott. Piero Crociani, nella sua "Storia Militare del Regno Italico" a pag. 176 del Vol. II, cita un episodio curiosamente analogo, avvenuto l'anno prima, il cui protagonista è sempre un padrone di barca rovignese, tale Pietro Sponza Marasca che, come il collega Spongia, trova infine un sicuro rifugio nel porto Dorico.
Questi,catturato assieme ai due figli nelle acque di Premuda, colse l'occasione propizia per sorprendere e sopprimere due ufficiali inglesi rimasti soli a bordo facendo poi rotta, con la sua barca e la corsara predata, verso Ancona.

 

Francesco Baggi, Sottotenente 2° Reggimento Fanteria di Linea del Regno d'Italia.

Dalle "Memorie di Francesco Baggi" Bologna, 1898: l'autore descrive la sua permanenza al Forte di Porto Nuovo (oggi Portonovo) appena edificato.

"1811- Sul finire di luglio fui distaccato con mezza compagnia, che comandavo, a un forte nuovamente eretto sulla riva del mare, circa a dieci miglia da Ancona, ed ivi passai otto o dieci giorni in un continuo ozio.

 

Spesso facevo dei bagni nel mare, per vedere di guarire da una forte eruzione che avevo alla schiena. Avevo meco il fucile da caccia, e spesso mi divertivo, nel vicino laghetto, tirando alle folaghe che vi erano abbondantissime.

 

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Mi venne in pensiero un giorno di montare alla cima del vicino monte di Ancona, che è il punto più alto, ove allora era posto il telegrafo. Fattomi coraggio presi meco due soldati e per la strada più retta cominciai a salire l'erto monte. Alle volte dovevo arrampicarmi con le mani.

 

Ben sei ore impiegai di tempo e, dopo lunga fatica arrivai lassù stanco che non ne potevo più; ero tutto sudato e mi coricai all'ombra della casetta ove stava il telegrafo."

 

(Francesco Baggi, Sottotenente 2° Reggimento Fanteria di Linea del R.d'I. Dalle "Memorie di Francesco Baggi" Bologna, 1898)

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Alessandro Zanoli, Segretario Generale del Ministero di Guerra e Marina del Regno d'Italia, Cavaliere dell'ordine italiano della Corona di Ferro.

 

"Ancona. 
Fortezza ragguardevole non solo pel sistema difensivo della linea delle coste lungo l'Adriatico spettante al Regno d'Italia, ma inoltre come piazza di guerra. Le sue fortificazioni dal lato di terra, mediante la costruzione di una mezza corona sul monte Gardeto, nonchè della nuova cinta murata intorno al campo trincerato, avevano fama di formidabili. I lavori consumati nel porto mettevano una flotta al coperto da qualsiasi attacco. Era armata da 82 cannoni da batteria, 21 mortai, e 12 obizzi, e presidiata da circa 3000 uomini. Si arrese ai Napoletani il 18 febbraio 1814.

(Tratto dall'opera: "Sulla Milizia Cisalpino-Italiana-Cenni storico-statistici dal 1796 al 1814" del Barone Alessandro Zanoli - Vol.I - Cap. VI, pag. 131.)
 

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