BOCCOLINO DI GUZZONE detto il Malagrampa

(Osimo 1450 circa – Milano, 14 giugno 1494

 

BOCCOLINO GUZZONI :DANNATO O SANTO?

 

Di Rossana Giorgetti Pesaro

 

 

A chiusura dell’Anno Accademico l’Unitre non ha smentito la sua missione culturale,organizzando in sede una interessante conferenza su un personaggio emblematico, legato alla storia osimana :Boccolino Guzzoni. E chi meglio dell’Avv.Gian Luca Mengoni ne avrebbe potuto parlare? Presidente e fondatore della Civica Galleria del Figurino Storico,Mengoni ,pur non essendo uno storico, asserisce che la Storia non é soltanto la memorizzazione di fatti ma è lo studio dell’uomo in quanto ha fatto di bene e di male.

Venerdì 4 maggio ,nella sala Santa Rosa,l’Avvocato ha presentato una relazione titolata”Boccolino Guzzoni ,tra Dannazione e Santità.” Servendosi di immagini tratte dalla enciclopedia “La vita è meravigliosa”, ha saputo delineare magistralmente la vita e la figura di quel personaggio che è degno di affiancare quelle di altri condottieri rinascimentali, quali Giovanni dalle Bande Nere,Bartolomeo Colleoni ,Andrea Fortebraccio,ed altri.

 

Boccolino de’ Guzzoni ,il più noto uomo d’arme di Osimo,ha una personalità e un aspetto controverso,per lo storico Talleoni è “un uomo di amarissima rimembranza”,lo storico Cecconi invece lo giudica “ uomo che per destrezza e ardimento seppe affrontare la tirannia politica papale”, per il Pontefice Innocenzo III è “alunno di iniquità e figlio di perdizione”, mentre il Ferretti lo giudica “valoroso e bellicoso intrepido cavaliere” oltre che “bello e di gentile aspetto”

Per sapere quale aspetto avesse in realtà,dobbiamo ricorrere all’arazzo conservato nel Palazzo Pitti a Firenze dove Boccolino porge omaggio a Lorenzo ,o come presumibilmente appare nella tavola d’altare del Solario nella basilica di San Francesco,genuflesso alla Vergine su un solo ginocchio,dimostrandosi così vassallo e non servitore.

Boccolino nacque in Osimo intorno il 1450 in una famiglia di origine offagnate, figlio di Guzzone ,che fu per tre volte Gonfaloniere della città. Fin da ragazzo mostrò un carattere combattivo e litigioso ,tanto che a soli 10/12 anni si presentò armato al Palazzo comunale per punire l’aristocratico Giacomo Leopardi che aveva offeso e colpito suo padre.

Coltivò lo studio della Matematica,giovanissimo,intraprese la carriera militare ,al soldo di vari capitani e sotto varie bandiere,combatté nelle milizie di Bartolaccio da Monte dell’Olmo,di Carlo il Temerario,di Lorenzo dei Medici contro il Pontefice,del Duca di Calabria contro i Turchi che avevano saccheggiato Otranto,infine, spregiudicatamente,si mise al servizio del Papa contro Venezia. Il suo grande sogno era di creare una Signoria personale ad Osimo così nel 1476 lo incontriamo nella sua città capitano nella famosa “battaglia del porco”,nata da una contesa di confini tra Osimo e Ancona.

Divenuto Signore di Osimo, compì atti di violenza inaudita ,uccidendo sei Consiglieri comunali tra cui l’odiato Giacomo Leopardi ,trasferendo poi la sua collera omicida per le vie della città,sostenuto dal popolo ,comprato con feste ed elargizioni. Allora i nobili osimani scampati, chiedendo aiuto alle Forze pontificie,ai Duchi di Urbino e a varie città delle Marche e dell’Umbria, decisero di assediare la città .

Tra sortite ,attacchi,patteggiamenti e stragi ,Boccolino ,trovandosi isolato,ebbe la scellerata idea di chiedere aiuto al Sultano Bajazet II, promettendogli la sottomissione di Osimo,del Contado e di tutta la Marca ma la sua richiesta non ebbe seguito.

Si arrivò quindi ad una capitolazione condizionata ,Boccolino lasciò incolume la città,lasciandola alla vendetta epurativa del Legato.

I suoi ultimi anni lo vedono ancora condottiero al servizio di Lorenzo il Magnifico ,poi di Ludovico il Moro a Milano che in seguito a contrasti familiari,lo accusò di tradimento,

Imprigionato ,subì sevizie e torture per essere poi condannato a morte per impiccagione il 14 giugno 1484.

Si racconta che con un ultimo gesto di orgoglio fu lui stesso ad impiccarsi ,gettandosi dalla scala ,rifiutando così la mano del boia.

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