“Il Movimento scautistico nelle Marche e la Prima Guerra Mondiale”

 

Nel 1914 le classi dirigenti italiane, in prima fila la monarchia, si trovano ad affrontare la possibilità di una insurrezione antimonarchica e antimilitarista che sembrava essere sempre più concreta dopo gli scioperi del giugno e la violenza proletaria della Settimana Rossa. Lo scoppio della Grande Guerra e il possibile coinvolgimento dell'Italia nel conflitto mondiale, viene percepito da monarchia e governo anche come possibile soluzione per il controllo della Nazione, rinviando al futuro la questione sociale alla base del malessere popolare.

L'entrata in guerra, avvenuta poi nel maggio 1915, riporterà tutti gli Italiani, a qualsiasi idea appartenessero, pena l’accusa di disfattismo e antipatriottismo, al servizio della Patria e della Monarchia.

Caduti poi tutti i facili entusiasmi del maggio radioso, fallite le ben quattro offensive contro l’Austria svolte nel secondo semestre del 1915, la stasi operativa invernale servirà per affrontare con maggiore forza il secondo anno di guerra. Un secondo anno di guerra che vide lo svilupparsi di tutte quelle attività che necessitano per creare il cosiddetto “fronte interno”, ovvero quel fronte che doveva sostenere i combattenti in prima linea, mobilitando tutte le risorse della Nazione.

Sotto la guida del Governo, ed in particolare del gen. Alfredo Dallolio, in qualità di Commissario generale per le fabbricazioni di guerra, la produzione industriale nazionale fu in gran parte convertita alle esigenze di guerra, sviluppando azioni volte a consolidare e a rendere efficienti le strutture necessarie a sostenere lo sforzo bellico.

In questo contesto, nel solco dell’esempio anglosassone, si utilizzò anche il movimento scout, ovvero si cercò di mobilitare ai fini del fronte interno, anche gli adolescenti, nel loro momento educativo, in sinergia con altre organizzazioni come la Croce Rossa, in servizi di assistenza nei centri di ristoro per militari feriti, quali portaordini, staffette, ecc. e, durante le vacanze estive, in servizi di sicurezza e vigilanza del territorio nazionale, giungendo anche a dare preparazione militare ai più vicini all'età di leva per un più rapido utilizzo in caso di chiamata alle armi.

Anche nelle Marche, come nelle altre regioni italiane, il neonato movimento scout fu coinvolto nella architettura del fronte Interno.

La conferenza porta all'attenzione della cittadinanza la nascita del movimento scout italiano, avvenuta negli anni immediatamente precedenti il conflitto mondiale, nelle sue varie accezioni laiche e confessionali, e di come abbia partecipato alle attività del “fronte interno”.

 

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