L’Interventismo in Ancona nel 1914 -1915:

Nenni, Mussolini e la guerra al nemico ereditario.


Il ciclo di incontri, a cadenza mensile, è stato voluto dal compianto Franco Sestilli, presidente della Accademia, purtroppo scomparso circa un mese fa, per significare il ruolo di Ancona nel Grande Conflitto. Già grazie alla fattiva opera di Franco Sestilli, l’azione di rievocare eventi significativi che videro Ancona protagonista della Storia d’Italia negli anni precedenti la Guerra Mondiale si era concretizzata con gli incontri dedicati alla figura ed all’opera di Lamberto Duranti, anconetano, il primo giornalista italiano deceduto nella Grande Guerra. In una cerimonia al Famedio del Cimitero della Tavernelle, Franco Sestilli sottolineò come Ancona fosse in prima linea in un impegno politico e sociale che esprimeva la somma di valori civici di lunga tradizione risorgimentale. In una successiva manifestazione nella Sala della Società di Mutuo Soccorso di Casteld’Emilio Franco Sestilli ribadiva l’importanza che Ancona e gli anconetani hanno nei mesi che precedettero il nostro intervento. Ricordò che ai funerali di Lamberto Duranti ad Ancona il 20 gennaio 1915 vi erano oltre 30.000 persone. Franco Sestilli, gravemente ammalato non potè essere presente l’8 maggio scorso quando l’Ordine dei Giornalisti delle Marche nella Sala del Consiglio del Comune di Ancona organizzò un convegno nazionale in cui la figura di Lamberto Duranti fu adeguatamente ricordata.


Su questo filone si innesta l’incontro di sabato 13, il primo dei 12 in programma per questo progetto culturale. Con un taglio decisamente accademico e volutamente non divulgativo, Massimo Coltrinari, socio della Accademia, ha presentato agli intervenuti i dettami dell’interventismo che ebbero come cornice Ancona. Partendo proprio dal funerali di Lamberto Duranti, che erano stati preceduti da quelli di Bruno e Costante Garibaldi, che avevano riavviato in forma più pressante il problema della nostra posizione nella guerra europea, è stata analizzata l’azione e l’opera svolta ad Ancona e nel resto di Italia di interventisti come Pietro Nenni, Benito Mussolini, Cesare Battisti, Luigi Albertini, Filippo Corridoni ed altri tutti legati in un modo o nell’altro ad Ancona.

Pietro Nenni era direttore del Lucifero, giornale del partito repubblicano che si contrapponeva al “Vecchio Lucifero”, giornale dei repubblicani più intransigenti, entrambi stampati in Ancona. Come direttore del Lucifero Nenni era una forza trainante per tutto il movimento repubblicano, che aveva visto la massima espressione nell’organizzare la Legione Garibaldina che stava combattendo nelle Argonne, in cui erano affluiti, primi fra tutti Chiostergi, Marabini e tanti altri esponenti di spicco del repubblicanesimo marchigiano. Analizzato il rapporto con l’altro interventista, Benito Mussolini, che sul suo foglio matricolare aveva segnato “Renitente alla chiamata di leva della sua classe” a subito dopo "Condannato ad un anno di reclusione militare per renitenza alla leva”, un Mussolini antimilitarista ed antimonarchico che aveva rinsaldata la sua amicizia, entrambi erano romagnoli, con Nenni nei giorni convulsi e tragici della settimana rossa. Ed in questo rapporto che emerge il ruolo primario di Ancona in quei mesi decisivi

Mesi che videro anche l’opera di un altro anconetano illustre Luigi Albertini, direttore del Corriere della sera, che sotto la sua direzione divenne uno dei primi giornali d’Italia; una direzione la sua che fu definita una mezza via tra una compagnia di gesuiti ed una legione di carabinieri, tanto era determinato nella sua azione. All’interventismo del Corriere della Sera si è accennato anche illustrando la figura di Filippo Corridoni, marchigiano, che è  caduto alla trincea delle Frasche il 25 ottobre 1915, così come le altre figure di interventisti come Luigi Lori di Firenze, Publio Paletti di terni, Peppino Garibaldi, Cesare Rossi, Michele Bianchi, Giovanni Marinelli ecc.

Un dato rilevate che sottolinea come l’interventismo in Ancona e nelle Marche cosi come nelle Romagne, era fortemente radicato. Un dato che occorre ben comprendere, ed e questo uno degli scopi dell’incontro, per spiegare il fallimento dell’azione di bombardamento della flotta austriaca contro Ancona e contro le altre città marchigiane e romagnole il primo giorno di guerra.


L’incontro è stato preceduto da una nota introduttiva del Presidente della Accademia di Oplologia e Militaria Massimo Ossidi, che ha illustrato il ciclo di incontri proposto e le sue finalità, ed ha visto di seguito l’intervento di Manlio Bovino, attuale direttore del “Lucifero” che ha tratteggiato aspetti di ieri e di oggi di questo giornale in relazione al tema 

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