La Cittadella di Ancona  di Franco Sestilli 

 

CENNI STORICI

 

Le origine della fortificazione risalgono al 1348 quando i Malatesta ampliarono un antico torrione, noto con il nome de “la Guardia”, posto sulla sommità del colle dell’Astagno. La costruzione venne poi in parte demolita sotto Gregorio XI e quindi successivamente arricchita, nel 1521, da un gran bastione per volere del cardinale Bibbiena.

Arriviamo così al 19 gennaio 1532 quando, su invito del Papa Clemente VII Medici, il noto architetto fiorentino Antonio da Sangallo, esperto in fortificazioni, giunse ad Ancona per valutare la possibilità di trasformare il bastione dell’Astagno in una Rocca fortificata.

Il Sangallo iniziò a lavorare al suo progetto ed i primi disegni che ne scaturirono sono ancora oggi visibili presso gli archivi del Gabinetto Disegni degli Uffizi in Firenze.

I lavori iniziarono nell’estate dello stesso anno con gigantesche opere di sbancamento in quanto si prevedeva che la fortificazione, una volta completata, occupasse circa un quarto dell’intera aria urbana anconetana.

Solo due anni più tardi, nel 1534, il nuova papa Paolo III Farnese, romano, succeduto a Clemente VII, toscano, preferì rivolgersi al noto architetto militare, Pier Fiorenzuoli da Viterbo, per un consulto sulla validità o meno del progetto del Sangallo. Ovviamente, il Fiorenzuoli ci mise del suo ed il progetto originario subì non poche modifiche che l’architetto toscano dovette, in qualità di soprintendente ai lavori, suo malgrado, digerire, anche se da quel momento la sua presenza sul luogo dei lavori diverrà sempre più saltuaria.

La direzione dei lavori, negli anni successivi, passerà più volte di mano: nel quinquennio 1540-1545 se ne occuperà l’architetto senese Giambattista Pelori; successivamente toccherà ad un giovane ingegnere di Urbino, Francesco Paciotto,  che porterà numerose e significative modifiche alla cinta esterna della Rocca demolendo parti già erette e ricostruendone di nuove. Nel 1560 l’incarico fu affidato a Pellegrino Ribaldi, ma già l’anno successivo, per un biennio, a Baldassarri Lanci di Urbino e poi a Francesco Lavarelli di Cortona.

Sotto i pontificati di Pio V e Gregorio XIII, la fortificazione subirà ulteriori aggiustamenti per renderla ancora più impenetrabile ai pre-sunti attacchi alla città provenienti dal mare ad opera dei Turchi. La fortezza, più grande di ben quattro volte rispetto a quella del progetto iniziale, verrà terminata nel 1575 sotto la direzione lavori dell’ar-chitetto anconetano Giacomo Fontana che si avvarrà come progettista dei lavori del già noto ingegner Francesco Paciotto.

Alla fine del XVI secolo, dunque, la Rocca assume un’ampia forma poligonale con ben sette bastioni esterni posti su vari livelli, denominati, con disposizione in senso orario: la tenaglia, la Punta (poi Barberino), il Giardino, il Cavaliere basso (poi Gregoriano), la Campana, la Forbice, la Guardia.

Con il completamento dell’ampio campo trincerato la Rocca di Ancona diverrà una vera e propria Cittadella militare fortificata.

 

Per saperne di più: F. Mariano : “L’Architettura nelle Marche. Dall’Età classica al Liberty” - Nardini editore, Firenze 1995

 

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