AGUGLIANO : LA LIBERAZIONE – 18 LUGLIO 1944

di Giuliano Evangelisti

 

Il 15 luglio il fronte alleato è disposto sulla direttrice Numana, Osimo, Monte Polesco-Montoro, Case Nuove.

Le forze tedesche sono dislocate lungo la linea Santo Stefano, Monte della Crescia, S.Vincenzo, Rustico; a Polverigi presso Villa Nappi è installato il Comando del 992° Reggimento Fanteria ed a Palazzo Giammagli vi è un importante comando logistico che sovrintende le operazioni di minamento a strade e ponti di tutto il territorio circostante.

Ad Agugliano presso Villa Ersilia è installata una piccola guarnigione di circa 40 soldati male equipaggiati e comandati dal tenente Hernest Von Hagen, che morirà nel tardo pomeriggio del 18 luglio tra Agugliano e Camerata Picena con l’intero equipaggio di un carro d’assalto, colpito dall’artiglieria polacca.

Il compito della guarnigione tedesca ad Agugliano ha per scopo il controllo dell’incrocio in direzione di Ancona e quello per Camerata Picena e quindi di contrastare seppur di poco l’inarrestabile potenza militare alleata: vengono installate due batterie di cannoni da 105 mm, la prima in via S.Bernardino, poco sopra il Cimitero di Polverigi presso il C.Freddi, l’altra a ridosso dell’abitato del paese in Via De Gasperi.

 

La mattina del 15 luglio da comando di Palazzo Giammagli (Polverigi) arriva l’ordine al presidio di Agugliano (dispaccio C.T. n.336) di minare sia l’incrocio di Monte Varino  (che per buona sorte non verrà fatto saltare) che tutti gli incroci lungo la strada per Camerata Picena.

 

La mattina del 16 luglio alle ore 6,45 inizia la battaglia per la liberazione di Ancona: lungo il fronte un intenso fuoco di artiglieria investe le difese tedesche che iniziano gradatamente a ritirarsi verso la costa (dispaccio Tedesco n.166: DA COMANDO GENERALE HOPPE A COMANDO 992° ORDINE GRADUALE RIPIEGAMENTO FORZE. STOP).

Le granate alleate investono per primo l’abitato di Polverigi, mietendo vittime sia tra soldati che tra la popolazione civile.

La sera del 16, le truppe polacche sono a pochi centinaia di metri dall’abitato di Polverigi, mentre il più importante caposaldo tedesco viene abbandonato lasciando alla pietà dei Polacchi decine di feriti.

La mattina del 17 dalle 6,30 alle 7 un intenso cannoneggiamento investe sia Polverigi che l’abitato di Agugliano: una granata  esplode nei pressi della Chiesa uccidendo una sfollata di Ancona, vengono feriti altri civili. Anche la campagna viene martellata e qui perde la vita Fabbietti Ida.

Il presidio tedesco di Agugliano distrugge i cannoni delle due batterie e si ritira, lasciando via libera alla colonna di carri armati polacchi che si attesta la sera stessa nelle alture di Monte Varino nei pressi del Casale Raffaeli.

 

Il 18 luglio i polacchi iniziano il rastrellamento dell’abitato di Agugliano, ma dei soldati tedeschi nessuna traccia: la popolazione civile esce dai rifugi  e festeggia i liberatori che transitano sui loro carri armati in direzione Castel d’Emilio, Borgo Ruffini e Camerata Picena.

 

Sembra che l’incubo della battaglia sia finito, ma non è così: durante la ritirata un gruppo di tedeschi con armi leggere ed un mortaio si nasconde sul colle del Cimitero di Agugliano.

Il vice Parroco Don Anselmi indica ad un’autoblindo polacca i tedeschi che sono lì asserragliati, i quali vistisi scoperti aprono il fuoco con una mitragliatrice e feriscono il sacerdote.

 

Si riaccende la battaglia: i  tedeschi sparano alcuni colpi di mortaio che cadono nei pressi dell’attuale casa Montesi, mentre un altro colpo cade tra la fine di via Oberdan e via Nazario Sauro colpendo le persone che ivi stavano festeggiando le truppe polacche, con un bilancio di 6 civili uccisi e 4 soldati feriti.

E’ un inferno di spari con i polacchi che bersagliano la collinetta del Cimitero, mentre un carro polacco nella concitazione della battaglia colpisce con la canna del cannone la figuretta della Madonna posta all’incrocio per Camerata Picena, distruggendola.

Il tutto dura pochi minuti: la postazione tedesca viene annientata ed i polacchi proseguono la loro marcia verso Camerata Picena.

 

Da testimoni oculari, allora quindicenni, nella zona sono posizionati 5 carri armati; uno di questi si trova a metà strada tra Agugliano e Camerata Picena e colpisce un carro polacco che sta scendendo verso la contrada delle Noci, uccidendo l'equipaggio. Un carro tedesco a Castel d'Emilio nei pressi del cimitero si capovolge e l'equipaggio composto da polacchi  arruolatisi con i tedeschi viene catturato ed in seguito fucilato dai connazionali in quanto traditori. 

La sera una colonna di carri armati inglesi appartenenti al celeberrimo 7° Ussari provenienti da Casenuove staziona nella vallata delle Noci, tra Agugliano e Castel d'Emilio.

La stessa zona diverrà una improvvisata pista di atterraggio per aerei leggeri da ricognizione nei giorni seguenti.

 

Per Agugliano  nei giorni successivi è un susseguirsi di colonne di camion e carri armati polacchi che transitano in direzione nord-est, seguiti con stupore dalla gente e la felicità dei bambini che chiedono ai soldati cioccolata e gomme da masticare.

 

Vi è uno strascico del transito del fronte per Agugliano: nel 1977 durante la manutenzione della strada verso Camerata Picena, viene alla luce un tratto di 22 metri minato dai tedeschi in ritirata con ben 62 grossi proiettili innescati ed ancora attivi. Dodici artificieri dell’Esercito furono impegnati per 9 giorni nelle operazioni di disinnesco. 

 

Nota a margine:

le foto a seguire sono state scattate nelle zona più volte sopra citate, cioè Agugliano e Castel d'Emilio. 

 

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